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  • Immagine del redattorecristiana soldaini

Come una famiglia di anatroccoli

A volte accade che il momento di uscita dalla scuola dei bambini, coincida col mio passaggio in auto per uscire o per raggiungere casa. Rallentando mi succede di poter osservare i genitori in attesa di rincontrare i propri bambini: c’è chi sta seduto sulle panchine e aspetta guardandosi intorno, chi fa “capannello” con gli altri genitori, chi li aspetta in auto e chi si appresta a raggiungere la scuola quasi correndo, pensando di essere in ritardo. Questa volta mi è capitato di assistere ad una scena per me molto significativa. Mi sono fermata con l’auto in prossimità delle strisce pedonali per fare attraversare una famiglia così composta, in ordine di “apparizione”: la mamma che guidava la fila, con la sua postura decisa e lo sguardo attento, il padre subito dietro, che buttava un occhio davanti e uno dietro di sé e la piccolina di circa 3 anni che staccata dai genitori di 3 o 4 passi, anch’essa sulle strisce, camminava con un andatura tranquilla e dritta, non mancando di osservare tutto quello che le stava succedendo intorno: a volte abbassava la testa e guardava le strisce sulla strada o i suoi piedi, chissà, a volte si fermava per parlare al suo peluche che stringeva tra le mani, a volte gettava uno sguardo ai genitori forse chiedendosi cosa avessero di tanto urgente da fare o da dire. L’immagine che mi è saltata subito alla mente e che mi ha fatto sorridere è stata quella di una famiglia di anatroccoli dove mamma anatra, consapevole del suo ruolo, col suo andare deciso e vigile, ogni tanto butta un occhio alla piccola famiglia per controllare che tutti siano al loro posto, che non si perdano e che non ci siano pericoli imminenti. Quella mamma e quel papà stavano concedendo alla piccolina un’occasione più unica che rara: il poter fare da sola, sotto il loro sguardo e la loro presenza che sostiene e al contempo rassicura: “noi siamo davanti a te, siamo qui e ti vediamo, prenditi tutto il tempo che vuoi per apprendere da questa nuova esperienza”. Purtroppo però la strada e in particolare le strisce pedonali, non sono proprio l’ambiente più adatto per poter fare esperienza in sicurezza e coi tempi che ognuno richiede e così, la mamma ad un certo punto ha sollecitato la piccola ad accelerare il passo per raggiungerla. Non l’ha presa in braccio o per mano. L’ha sollecitata gesticolando con la mano e chiamandola per nome. Poi si è rivolta verso di me (avevo i finestrini dell’auto abbassati) scusandosi per il tempo che mi aveva fatto perdere. A quel punto penso che mi abbia preso per matta, infatti senza pensarci un attimo le ho risposto di non preoccuparsi perché sarei rimasta lì a guardarli anche un’ora!.

Forse non ce ne rendiamo conto ma questi momenti spontanei di vita quotidiana, di esperienze che il bambino fa insieme agli adulti di riferimento e che all’apparenza possono sembrare superficiali, in realtà sono molto significativi perché infondono nel bambino la sicurezza di potercela fare da solo, che in caso di difficoltà mamma e papà sono lì per lui e che se gli consentono di camminare sulle strisce da solo ma in sicurezza, è perché hanno fiducia in lui. Quello che può apparire come un limite, vuoi perché andiamo di fretta, vuoi perché non ci sentiamo al sicuro, a volte può diventare una grande occasione di apprendimento se riusciamo a cogliere il valore del "qui e ora".




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